La struttura è bella di giorno, come può esserlo una villa del Rinascimento, ancorché lasciata nelle mani di vandali. Di notte, la musica cambia e si trasforma in un luogo spettrale. Il parco, abbandonato nell'incuria e senza alcun gusto di arredo esterno, era buio più di un cimitero e quelle poche illuminazioni che decoravano la villa erano luci di Natale probabilmente di origine cinese. Ci sono stato per una convention aziendale e, tra le tantissime a cui ho partecipato, posso certamente affermare che è stata la situazione di ospitalità peggiore in assoluto. L'armadio cigolante che c'era in camera mia, nella limonaia, sembrava comprato da Ikea. Il telefono, a marchio Telecom, era più antico della villa stessa, peccato che non funzionava ed era lì solo per prendere polvere. La stanza era gelida ed era riscaldata con un sistema di aria condizionata che definire rumoroso e fastidioso era poco, al punto che ho dovuto spegnerlo, facendo calare il gelo nella stanza. La cosa peggiore in assoluto, rimane la ristorazione: in una sala splendida, per la storia e l'arte che trasudava, con il garbo e la gentilezza propri delle ville della nobiltà romana, lo chef ha preparato pietanze miserrime e disgustose, al punto che al termine della cena, dopo non essere riuscito a mangiare nulla, nemmeno il pane, azzimo nero e insipido, oltre che duro e datato, ho sperato di andare a mangiare in un'osteria ai Castelli, ma purtroppo neanche i taxi arrivavano in quel finis terrae. Tornato nella gelida cella, non c'era nulla da mangiare, nemmeno all'interno del frigo bar tranne che un pacco di Pringles misura mini. Ho dormito tormentato dal freddo, dai morsi della fame, e da un terribile rumore dell'aria condizionata che nonostante spenta, si riaccendeva ad intermittenza ad ennesimo sfregio di un riposo oramai precario. Al mattino avrei ucciso un bue muschiato, tanta era la fame e, escludendo paste e cornetti, mi sono ridotto a mangiare un impasto che neanche di lontano assomigliava ad uova strapazzate. La pancetta era bruciata e l'unica altra alternativa erano wurstel tagliati a pezzi annegati nel burro, prosciutto cotto, un po' di crudo e salame di Milano con fette di formaggio. La fame ha vinto su tutto il resto e ho divorato quel che c'era. Persino la macchina per tostare il pan carré della Coop, non funzionava e ho raccattato pane freddo. Se mai mi dovesse toccare il carcere, spero che almeno il cibo sia migliore.
翻譯