Il Principe di Piemonte era un 4 super, dopo la ristrutturazione un 5 Lusso. Tutto qui è all’insegna del lusso e della bellezza, oserei dire, dell’arte. Dagli ambienti comuni alle stanze ogni minimo dettaglio è una sorpresa in quanto a qualità e ricercatezza! L’hotellerie ha raggiunto traguardi di impeccabile perfezione e la colazione nella monumentale sala ad essa dedicata ha raggiunto livelli di eccellenza davvero inarrivabili. Perché allora la recensione a 4 stelle. Vi è una ragione per nulla trascurabile. La ristorazione. Non parlo ovviamente del bi -stellato Piccolo Principe, che non ho testato, ma del Maitò questa estate e, soprattutto del Bistrot di questo inverno. Putroppo quando si ricerca l’eccellenza, la di deve applicare ad ogni aspetto e questo è piuttosto carente. Non mi riferisco alla qualità del cibo ma alla carenza di ricercatezza nella presentazione e di professionalità di un personale gentile ma pasticcione, con dimenticanze gravi, stile un po’ approssimativo, piatti banali. No sarebbe un problema se fossimo in trattoria, ma quando i prezzi in carta sono da stella michelin e si riscontrano ricarichi del 400 per cento sui vini tutto, ma proprio tutto, deve essere impeccabile e senza sbavature, come un caffè che arriva già macchiato senza il classico bricco di latte a parte, e per di più freddo. Questo sia in estate in terrazza, sia al bistrot, sia alla cena di Capodanno dove, nonostante la richiesta esplicita (che non dovrebbe mai essere necessaria) del latte a parte, il vecchio cliché si è ripetuto. Sembrano dettagli ma trovo incomprensibile che qui dove tutto è perfetto e impeccabile, si cada ancora da anni in modo irrisolto, su questi errori. Torneremo certamente a vivere questa straordinaria esperienza, cercando però altrove la nostra tavola! Assolutamente da provare! Complimenti davvero.
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